Gioia Tauro, Italia, 2004
architetti: Davide Accurso, Ilario Tassone
geometra: Domenico Strangio
L' idea progettuale nasce dal connubio di elementi cosmici come l'acqua, la luce e la materia, uniti alla SS. Trinità, infatti, l'intera superficie della piazza è stata suddivisa in tre parti: la prima a servizio dell'edificio scolastico, che si identifica in un piano rialzato di 90 cm rispetto alla quota della piazza con la quale si collega tramite un piano inclinato, la seconda a quota + 15 cm dalla quota della strada è caratterizzata dalla presenza di fughe in pietra lavica che solcano la pavimentazione in pietra di Lazzàro da nord a sud, separata da questa, da un canale d'acqua è infine la terza parte che con una leggera pendenza collega la quota della seconda alla quota del Duomo inglobando la strada e, trasformandola in senso unico, se fughe ruotano e si orientano ortogonali alla facciata della chiesa e, avvicinandosi ad essa si smaterializzano scomparendo nella pavimentazione. Sotto l'intera piazza si è ipotizzata la realizzazione di un parcheggio ipogeo di 200 posti auto. Sul sagrato due elementi di collegamento verticale emergono diventando delle sculture che filtrano la luce all'interno. L’intento del progetto è quello di ritrovare l'identità del Sagrato, adatto oltre che a pellegrinaggi e processioni, anche a manifestazioni di diversa natura, quali: mostre all'aperto, incontri e proiezioni multimediali che nel rispetto dell'abbattimento delle barriere architettoniche e soprattutto della qualità architettonica torna ad essere spazio di accoglienza e di raccoglimento.